Negli ultimi anni (ma diciamo pure decenni) la percentuale dei Pazienti affetti da patologie croniche è sicuramente esplosa, trasformando sempre più gli ambiti della medicina da quelli per le “patologie acute” a quelli per le “patologie croniche”. Questo non solo più a carico delle fasce di età più anziane, ma anche di quelle più giovani. Le patologie croniche, oltretutto, non si sommano ma si potenziano reciprocamente, risentendo seriamente del reciproco stato di compenso, determinando quel fenomeno, osservabile quotidianamente nei nostri Pazienti Fragili, noto come “effetto domino“, ove l’aggravamento di una patologia trascina progressivamente con sè al peggioramento anche le altre presenti. Quello che spesso non è noto è come ogni nuova patologia si trasformi nella presenza di un nuovo fattore di rischio sia per la comparsa di ulteriori patologie che per l’aggravamento di quelle già presenti. Non dimentichiamo, inoltre, come molte delle patologie degenerative note (Demenze, Diabete Mellito, Aterosclerosi, Neoplasie ecc.) presentino come denominatore comune il famoso fenomeno dell’infiammazione (silente), ma non solo.
La segnalazione di oggi riguarda proprio un’interessante ricerca sulla presenza di patologie croniche come ulteriore (e trascurato) fattore di rischio per le neoplasie, pubblicata sulla prestigiosa Rivista BJM (British Medical Journal) a cura di una collaborazione congiunta tra Medici Americani e di Taiwan. Si tratta, infatti, di uno studio prospettico di Coorte che ha coinvolto oltre 400.000 Pazienti (inizialmente senza storia di neoplasia) seguiti mediamente per quasi 9 anni e che ha evidenziato come 5 comuni malattie croniche abbiano contribuito ad un quinto dei nuovi casi di neoplasia maligna (20,5% circa) e a più di un terzo di tutti i decessi per neoplasia (38,9%).
I ricercatori hanno valutato l’impatto di cinque malattie croniche comuni che rappresentano la maggior parte del carico di malattia in tutto il mondo: malattie cardiovascolari (con i marcatori pressione sanguigna, colesterolo totale e frequenza cardiaca), diabete mellito, malattia renale cronica (con marcatori proteinuria e filtrazione glomerulare), malattia polmonare e artrite gottosa (per cui l’acido urico è un marcatore). L’aumento dei punteggi del rischio correlato a tali malattie croniche è stato associato ad un aumento del rischio di neoplasie al fegato, alla vescica, ai reni, allo stomaco, al cavo orale e al colon-retto. Ciò suggerisce che “le malattie croniche o le alterazioni biologiche di base possano giocare un ruolo importante nella causa di questi specifici tumori“, hanno concluso gli autori dello studio. Un’ulteriore scoperta dello studio è stata che l’attività fisica era associata a una riduzione di quasi il 40% dei rischi in eccesso per il cancro incidente e la morte per cancro associata a malattie croniche e marcatori.
Questa la conclusione della ricerca: “…..riconoscendo che le malattie croniche aumentano sostanzialmente il rischio di neoplasie ed accorciano la durata della vita si dovrebbe stimolare una migliore gestione delle malattie croniche, migliorando la salute generale e riducendo, in tal modo, il carico di tumori“.
________________________________________________________________________________
Post n° 226 (13° del 2018) Inserito il 04 Febbraio 2018 – Testo by giuliani gian carlo – Foto by pexels.com
Presentazione del Blog di Formazione-Sanitaria.it
(Legenda: Testo – Collegamenti-Link – Testo rilevante senza collegamenti)
________________________________________________________________________________