La Prevenzione di Eventi cardio-vascolari acuti, e soprattutto quelli cerebro-vascolari, risulta ancora essere particolarmente importante per ridurne mortalità ed esiti invalidanti. Tale Prevenzione, pur non potendo influenzare i Fattori di Rischio Non Modificabili (età, sesso, etnia, familiarità e, soprattutto patrimonio genetico) può ridurre significativamente I Fattori Modificabili (alimentazione, tabagismo, consumo di alcoolici, diabete e malattie metaboliche, inquinamento, sedentarietà ecc.). Di non recente pubblicazione segnaliamo le Carte del Rischio Cardio-Vascolare Progetto Europeo Score e Progetto Italiano CUORE, relative alla valutazione del rischio basata su un limitato numero di Parametri Ematici e Vitali. In realtà numerosi sono i Fattori di Rischio già individuati, alcuni di questi di nuova identificazione (tipo Omocisteinemia, Vitamina D, Disfunzioni Endoteliali ecc.). Alcune ricerche hanno, inoltre, evidenziato come la contemporanea presenza dei 9 Fattori di Rischio più pericolosi (vale a dire. Fumo, Ipertensione, Diabete, Dislipidemia, Obesità addominale, Stress, Inattività Fisica, scarsa assunzione di Frutta e Verdura ed assunzione di alcoolici) esporrebbe tali Pazienti ad un rischio ben 330 volte superiore rispetto a quelli che non ne posseggono neanche uno.
La segnalazione di oggi è relativa ad un contributo dell’Università di Gotenborg, i cui Ricercatori hanno valutato l’impatto del’attività fisica sugli esiti di Ictus, che sono le principali cause di disabilità grave. Sono stati identificati (tramiti registri clinici) 925 Pazienti (età media di 73 anni) che avevano avuto un ictus e dei quali sono stati raccolti dati sul grado di autonomia residua dopo l’episodio vascolare acuto. Contemporaneamente è stata effettuata una raccolta anamnestica (tramite Pazienti ma anche tramite i Familiari) per determinare l’attività fisica, al fine di avere notizie relative a quanto si fossero mossi o esercitati (durata ed intensità) durante il tempo libero prima dell’ictus.
Quali le conclusioni? Le persone che partecipano ad un’attività fisica leggera o moderata, come camminare almeno quattro ore a settimana o nuotare 2-3 ore alla settimana, possono avere ictus meno gravi rispetto alle persone che sono fisicamente inattive.
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Post n° 276 (63° del 2018) Inserito il 08 Ottobre 2018 – Testo di giuliani gian carlo – Foto by pixabay.com
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