La Vitamina D, come spesso segnalato anche da questo Blog, è uno dei nuovi Attori da Copertina del XXI Secolo. A lei sono state attribuite numerose virtù (più preventive che terapeutiche, a dire la verità) su tutto l’ambito patologico umano: patologie neuro-degenerative, neoplasie, malattie cardio-vascolari ed altre ancora sono tra le più studiate, anche se il piatto forte è da ricercare nelle sue correlazioni con le cadute e le patologie ossee.

Non a caso oggi 10 Novembre 2018 si terrà in Villa Iris un interessante Corso ECM proprio sulla Vitamina D e le sue proprietà preventive, che fanno della Vitamina D un Ormone più che una “banale” Vitamina.

La segnalazione di oggi è relativa ad una delle ultime pubblicazioni mediche relative alla Vitamina D, presente sulla Rivista Eur J Prev Cardiol. In questa ricerca gli Autori hanno studiato l’associazione tra i livelli di vitamina D e le Performances Cardio-Respiratorie in un campione rappresentativo della popolazione statunitense utilizzando i dati del National Health and Nutrition Survey. Sono stati arruolati Pazienti di età compresa tra 20 e 49 anni ed esclusi quelli con livelli di vitamina D al 5% degli estremi della distribuzione. Sul piano statistico è stata utilizzata la regressione lineare ponderata per sondaggio senza e con aggiustamento per età, sesso, razza, indice di massa corporea, ipertensione, diabete, fumo, proteina C-reattiva, emoglobina e velocità di filtrazione glomerulare per esaminare la relazione tra il consumo massimo di ossigeno (VO) 2 max) (come surrogato per CRF) e livelli di vitamina D. I partecipanti nel più alto quartile dei livelli di vitamina D avevano un CRF significativamente più alto rispetto ai partecipanti nel quartile più basso. Dopo aggiustamento per potenziali fattori confondenti, la differenza tra i quartili della vitamina D più alti e più bassi è rimasta significativa.

Quali le conclusioni?  E’ stata individuata un’associazione indipendente e “robusta” tra i livelli sierici di vitamina D e CRF, anche se questi risultati devono essere convalidati con studi clinici che esaminino l’effetto dell’integrazione di vitamina D sulla CRF.

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Post n° 281  (68° del 2018) Inserito il 10 Novembre 2018  –   Testo di giuliani gian carlo  –   Foto by pexels.com

Presentazione del Blog di Formazione-Sanitaria.it 

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