Sui Fattori di Rischio per le Cadute dei Pazienti Fragili abbiamo già proposto su questo Blog numerose segnalazioni, relative sia a rischi generali correlati a situazioni cliniche che a rischi di tipo metabolico-laboratoristico, coinvolgenti soprattutto la Vitamina D. Quest’ultima (segnaliamo la Scheda Informativa per i Professionisti della Salute a cura del National Institutes of Health), come noto, rappresenta un attore protagonista ormai in prima pagina negli aggiornamenti della Letteratura e tale fenomeno non pare essere una semplice moda passeggera.
Tra gli ultimi Fattori di Rischio proposti segnaliamo i cosiddetti Fattori di Crescita dei Fibroblasti (o FGF), fattori di crescita coinvolti nella guarigione delle ferite, nello sviluppo embrionale, nell’angiogenesi ed in alcune vie di trasduzione dei segnali indotte dagli ormoni, svolgendo un fondamentale ruolo nei processi di proliferazione e differenziazione di molte cellule e tessuti. Numerosi sono gli FGF finora noti e studiati, tra loro differenti per l’azione svolta e tra questi quello che ha destato maggior interesse dei ricercatori risulta essere l’FGF23, la cui azione principale sarebbe riconducibile alla regolazione dei fosfati nel plasma. Quale il meccanismo proposto? L’FGF23 risulterebbe essere prodotto dalle cellule ossee (osteoblasti ed osteoclasti) sotto lo stimolo della Vitamina D, provocando una riduzione nel riassorbimento tubulare dei fosfati, aumentandone di conseguenza l’escrezione renale. Nei casi di ipercalcemia l’FGF23 risulterebbe in grado di ostacolare la stessa Vitamina D. Conoscenze queste particolarmente innovative e tali da complicare ma razionalizzare ulteriormente i rapporti tra Rene-Ossa-Calcio-Fosforo e Vitamina D.
La segnalazione di oggi è proprio relativa ad un recente studio che ha correlato i dosaggi dell’FGF23, Fragilità e Rischio di Cadute. Per la loro analisi gli Autori della ricerca, presentata il 25 Ottobre 2018 all’annuale incontro della American Society of Nephrology, hanno valutato circa 2500 pazienti con malattia renale cronica, dopo avere però sottolineato come anche negli Anziani senza malattia renale i livelli di FGF23 siano associati alla fragilità. I valori di tale Fattore di Crescita è stato correlato con un Indice di fragilità ottenuto da un punteggio di 36 item, includente parametri di funzione cognitiva, valori di laboratorio, pressione arteriosa e misure auto-valutate di depressione, benessere e comorbilità. Un indice di fragilità inferiore a 0,1 indicava che il paziente era “in forma” ma solo l’11% della del campione arruolato ha raggiunto la soglia di non fragilità. Il tempo medio di attesa per la prima caduta è risultata pari a 39 mesi. A prescindere dalle interferenze di altri Fattori di Rischio e modelli di cadute (compresa la velocità dell’andatura) valori elevati di FGF23 sono risultati significativamente correlati ad un raddoppio del rischio di caduta per gli Anziani Fragili seguiti nel tempo. Non solo ma ad ogni raddoppio dei valori ottenuti, il rischio di caduta raddoppiava ulteriormente.
Anche se il dosaggio dei Fattori di Crescita dei Fibroblasti (specie dell’FGF23) non risulti essere certamente routinario ma possibile solo in ambito di ricerca, gli Autori concludono sottolineando i risultati di tale ricerca, necessitante di ulteriore casistica clinica prima di considerare tale marker di caduta un esame routinario.
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Post n° 280 (67° del 2018) Inserito il 04 Novembre 2018 – Testo di giuliani gian carlo – Foto by medscape.com
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