L’Invecchiamento della Popolazione è un fenomeno demografico e sociale che sta interessando tutti i Paesi del Mondo e non solo il nostro, ove la % degli ultra-65enni (oggi a circa il 22%) si sta rapidamente avvicinando al 25%, vale a dire 1 Persona su 4 oltre i 65 anni. Un cambiamento così repentino e dei numeri talmente evidenti da farci ricredere su definizioni, convinzioni e classificazioni sui cosiddetti Anziani; soprattutto sul quando questi ultimi diventino tali.

E’ di alcuni mesi ed in particolare dall’ultimo Congresso della S.I.G.G. (Società Italiana di Geriatria e Gerontologia) svoltosi nel Novembre 2018 che il cut-off tra Adulti ed Anziani ha alzato l’asticella dai 65 ai 75 anni, modificando l’età di inizio della cosiddetta Terza Età. Secondo Niccolò Marchionni, professore ordinario dell’Università di Firenze e direttore del dipartimento cardiovascolare dell’Ospedale Careggi, “un 65enne di oggi ha la forma fisica e cognitiva di un 40-45enne di 30 anni fa. E un 75enne quella di un individuo che aveva 55 anni nel 1980″. Questo tenendo anche conto di come si è anziani quando si ha un’aspettativa media di vita di dieci anni.

Non dimentichiamo, però, come non esista solo l’età anagrafica, ma anche quella biologica (lo stato di salute dei nostri tessuti rapportato alla media generale), oltre che quella psicologica e quella funzionale. Ed è proprio la differenza tra età anagrafica ed età biologica che è stata oggetto di uno studio scientifico condotto in varie nazioni del mondo e pubblicato in questi giorni sulla Rivista Lancet Public Health. L’analisi ha rivelato un gap di trent’anni tra le nazioni che si portano meglio gli anni e quelle che se li portano peggio: un 76enne giapponese presenta lo stesso livello di problemi di salute ‘tipici’ di un 65enne; ‘traguardo’ raggiunto ad appena 46 anni da un abitante di Papua Nuova Guinea. Questo a conferma di come chi vive in un Paese in via di sviluppo invecchi precocemente rispetto a chi nasce in un Paese industrializzato, potendosi presentare differenze di anche oltre 3 decenni. In questa classifica l’Italia si colloca nei primi 8-10 posti, con gli Italiani di quasi 75 anni anagrafici che ne dimostrano biologicamente solo 65.  Come dire: una bella consolazione se non una vera e propria bella notizia!

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Post n° 289  (04° del 2019) Inserito il  04 Aprile 2019  –  Testo di giuliani gian carlo  –  Foto by pixabay.com

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N.B.: Tali contributi non forniscono indicazioni o consigli medici, ma riportano solo Dati Scientifici provenienti dalla Letteratura Medica, costituiti dai risultati di Studi Epidemiologici e/o Clinici.