La Storia della Psichiatria ma, soprattutto quella dell’approccio al Paziente Psichatrico ha presentato significative e radicali modificazioni nel tempo, particolarmente negli ultimi 50 anni nel corso dei quali si è assistito, pur con tempiste ed organizzazioni differenti da Provincia a Provincia, alla chiusura dei cosiddetti “manicomi”. Questi ultimi erano stati istituiti dalla Legge 36 del 1904 (Governo Giolitti), di cui l’Articolo 1 («Debbono essere custodite e curate nei manicomi le persone affette per qualunque causa da alienazione mentale, quando siano pericolose a sé o agli altri e riescano di pubblico scandalo e non siano e non possano essere convenientemente custodite e curate fuorché nei manicomi») ne sintetizzava scopi ed ambiti. Per noi residenti in Provincia di Torino il concetto di manicomio si collega immediatamente con l’immagine del Manicomio di Collegno, ubicato all’interno della nota Certosa di Collegno, oggi adibita ad altri usi, sanitari e non.
Su tale Istituzione (e su tale Istituto) molto è stato scritto, raccontato e detto, con interventi a metà tra il sanitario, lo scientifico, il sociale e (anche) la Medicina Narrativa. Un pezzo di storia che ci ha raccontato le conoscenze e le storture di alcuni aspetti della Medicina nei decenni scorsi ma che, ancora oggi, ci sottolinea le attuali carenze e ritardi nell’assistenza e cura ai Pazienti con Malattie Mentali.
La segnalazione di oggi è relativa alla pubblicazione di un Volume (Storia di un manicomio italiano. Dallo “spedale de’ pazzerelli” alla chiusura dell’ospedale psichiatrico di Torino) che racconta quegli anni, edito da Franco Angeli e scritto dal dr. Giuseppe Luciano, medico specialista in Neuropatologia e psichiatria e in Neuropsichiatria infantile, che ha lavorato negli ospedali psichiatrici di Torino e nei servizi di salute mentale a essi alternativi dal 1965 al 1986, negli ultimi dieci anni in qualità di Primario. Ha ricoperto l’incarico di responsabile dell’Ufficio riforma psichiatrica della Regione Piemonte nel periodo 1979-1980.
Leggiamo dalla presentazione: Il libro racconta, nel quadro della tormentata storia della psichiatria, alcune vicissitudini del trattamento delle persone residenti in provincia di Torino affette da disturbi mentali, durante il regno sabaudo e nei primi venticinque anni della repubblica italiana. Nel 1968 il movimento di contestazione giovanile aveva messo in discussione le istituzioni autoritarie e repressive della società, ospedali psichiatrici compresi, identificati tra le roccaforti erette a difesa degli interessi della classe dominante. Nel dicembre dello stesso anno gli studenti della facoltà di Architettura di Torino contestavano fortemente l’iniziativa della Provincia di costruire un nuovo ospedale psichiatrico. Chiedevano e ottenevano di prendere contatto con i reparti della succursale di Collegno del manicomio di Torino e dare così testimonianza delle condizioni disumane in cui vivevano le persone che vi erano internate. La ricerca esposta nel volume documenta come alcuni mesi dopo, nel fabbricato progettato da Talucchi come regio manicomio di Torino, sia stata attivata la prima comunità terapeutica. Un’iniziativa originale, soprattutto perché realizzata non già come operazione di vertice, ma grazie al sostegno dato dalla popolazione della città a due giovani psichiatri e a un gruppo di infermiere orientate a migliorare le condizioni di vita delle ricoverate, nonostante l’avversione dei sindacati aziendali. In questo contesto “diecine e diecine di malate, inaridite e incupite dalla lunga reclusione manicomiale, tornarono a sentire interesse per il mondo, a sorridere e a credere nel futuro. Nella quotidiana assemblea poterono liberamente esercitare il diritto di delirare e di esprimere la rabbia accumulata in tanti anni di ingiusta ospedalizzazione psichiatrica”. Quell’iniziativa ha dato l’avvio, con l'”organizzazione psichiatrica di settore”, alla travagliata liberazione di tanti cittadini italiani sottoposti a un regime di segregazione ingiusto e degradante e, in particolare, alla chiusura dell’istituto nato come regio manicomio di Torino, cinque anni prima della legge 13.05.78, che ha decretato l’abrogazione della normativa sui manicomi e gli alienati.
Il Volume sarà presentato in data 20 settembre, tra le 18 e le 19,30, nella sala gioco del Circolo dei lettori di Torino, Via Bogino 9 All’evento interverranno, tra gli altri, Annibale Crosignani, primario emerito del servizio psichiatrico delle Molinette e Guido Lazzarini , sociologo dell’Università di Torino e Maria Teresa Martinengo, giornalista della Stampa.
Un complimento ed un Augurio all’Autore da me conosciuto da quasi 20 anni.
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Post n° 301 (16° del 2019) Inserito il 16 Settembre 2019 – Testo di giuliani gian carlo – Foto by Circolo dei Lettori (foto dal Volume)
Presentazione del Blog di Formazione-Sanitaria.it
(Legenda: Testo – Collegamenti-Link – Testo rilevante senza collegamenti – Corsivo: Citazioni)
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N.B.: Tali contributi non forniscono indicazioni o consigli medici, ma riportano solo Dati Scientifici provenienti dalla Letteratura Medica, costituiti dai risultati di Studi Epidemiologici e/o Clinici.