Il diabete mellito è una malattia cronica caratterizzata dall’aumento della concentrazione di glucosio nel sangue. Responsabile di questo fenomeno è un difetto assoluto o relativo di Insulina che consente all’organismo di utilizzare il glucosio per i processi energetici all’interno delle cellule. Quando l’insulina è prodotta in quantità non sufficiente dal pancreas oppure le cellule dell’organismo non rispondono alla sua presenza, nel sangue si avranno livelli di glucosio più alti del normale (o iperglicemia) favorendo, così, la comparsa del diabete mellito.

Si tratta di una Patologia (Cronica) di particolare importanza e frequenza: ad oggi già mezzo miliardo di persone nel mondo sono affette da Diabete Mellito, ma si prevede che entro il 2050 tale dato sarà più che raddoppiato, superando la cifra di 1,3 miliardi di Persone.

Ancora oggi il diabete è una delle principali cause di morte e disabilità in tutto il mondo, colpendo le persone indipendentemente dal Paese, dalla fascia d’età o dal sesso.

Uno degli Studi più interessanti tra quelli pubblicati recentemente sul Diabete Mellito è relativo alla correlazione tra i disturbi del Sonno ed il rischio di Diabete Mellito, pubblicato sulla Rivista Diabete Care.

Analizzando i dati ottenuti da oltre 84.000 individui aderenti alla Biobank del Regno Unito, che hanno indossato un accelerometro – un dispositivo che monitora il movimento – per sette notti, allo scopo di studiare la possibile associazione tra sonno e diabete di tipo 2, è emerso – escludendo un’ampia gamma di fattori di rischio – che una durata del sonno irregolare era associata a un rischio di diabete più elevato. Questa associazione era più pronunciata negli individui con un sonno irregolare più lungo e un punteggio di rischio poligenico più basso per il diabete. I dati hanno rivelato, inoltre, che rispetto ai partecipanti con ritmi di sonno regolari, quelli con sonno irregolare – la cui durata da un giorno all’altro variava in media di oltre 60 minuti – presentavano un rischio maggiore del 34% di sviluppare il diabete. Il rischio è diminuito, persistendo, anche dopo aver tenuto conto dello stile di vita, delle comorbilità, della storia familiare di diabete e degli indicatori di obesità.

Una correlazione interessante, che spesso non prendiamo in considerazione.

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Post n° 346 (7° del 2024) – Inserito il 29 Luglio 2024 – Testo di giuliani gian carlo– Foto by pexels.com

Presentazione del Blog di Formazione-Sanitaria.it 

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