Sulle Demenze, come noto per i nostri Visitatori, la letteratura scientifica è sempre ricca e concentrata sulla ricerca di eventuali fattori di rischio (o predittivi) relativi ad aspetti medici, sociali, culturali e comportamentali. La segnalazione di oggi è relativa alla valutazione di eventuali correlazioni tra le Demenze e l’Anemia, intesa come la riduzione di emoglobina ed ematocrito al di sotto dei valori di normalità, secondo i limiti definiti, per età e sesso, dalla Organizzazione Mondiale della Sanità.

La Rivista è Alzheimer’s Research & Therapy ed il paper citato è stato redatto da ricercatori coreani, che hanno valutato, negli anni, circa 38.000 Pazienti 66enni seguiti per anni, partendo dall’osservazione di come precedenti studi avessero suggerito come l’anemia rappresenti un fattore di rischio per la diminuzione cognitiva e l’incidenza della demenza. Tuttavia, alcuni di questi risultati sono risultati contraddittori e/o non precisi nelle valutazioni statistiche.

I Risultati ottenuti da questa ricerca hanno segnalato come in questa popolazione di 66enni e costituita prevalentemente da donne il 13,3% dei Pazienti fosse anemico secondo i Criteri dell’OMS ed i soggetti anemici fossero prevalentemente  di sesso femminile, non fumatrici, con un BMI inferiore e reddito familiare più basso. Una maggiore pressione sistolica e più alte concentrazioni di colesterolo totale sono state osservate anche in quelli senza anemia rispetto a quelli con anemia. I tassi di incidenza di Demenza sono stati di 5,7 casi per 1000 persone-anno nel gruppo anemia e di 4,4 casi per 1000 anni-persona nel gruppo non-anemia, rispettivamente. Inoltre, la maggior parte dei casi di demenza sono stati identificati come demenza di Alzheimer (AD) (82,5%). Gli individui con anemia hanno mostrato una maggiore incidenza di demenza rispetto a quelli senza anemia. L’essere donne e con un reddito familiare più basso era associato a una maggiore incidenza di demenza. Le analisi effettuate considerando la gravità dell’anemia hanno mostrato come vi fosse una tendenza significativa di associazione tra livello di emoglobina e rischio di demenza (p <0,05 in tutti i modelli): il gruppo di anemia grave aveva, cioè, un’associazione particolarmente significativa con alto rischio di incidenza di demenza.

Quali le conclusioni del paper?

Utilizzando un insieme di dati di coorte eccezionalmente ampio di persone anziane, gli Autori hanno confermato come l’anemia sia associata all’incidenza della Demenza, segnalando anche come l’anemia grave era indipendentemente associata ad una incidenza di demenza cinque volte più alta rispetto a quelli senza anemia. Quest’ultima è risultata anche significativamente associata al declino cognitivo dopo un follow-up di 4 anni.

L’importanza clinica di questo studio sta nel fatto che l’anemia è una malattia ampiamente correggibile. Soprattutto nei paesi a basso reddito e a medio reddito, la maggior parte dell’anemia deriva da un’alimentazione inadeguata (ferro o vitamine) e l’anemia derivante da una malattia cronica potrebbe essere corretta attraverso il trattamento (ad esempio, terapia con eritropoietina per malattia renale cronica). Se questo è il caso, allora la demenza può essere almeno parzialmente prevenibile attraverso il trattamento dell’anemia.

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Post n° 207 Inserito il 08 Dicembre 2017  –  Testo by giuliani gian carlo  –  Foto by avis.it

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