Siamo tutti a conoscenza di come se da un lato esista un “colesterolo cattivo“, dall’altro ne esista uno “buono“, che contrasta il primo nella genesi e nell’evoluzione della malattia aterosclerotica. Una recente ricerca però, oltre che sottolineare come gli studi clinici sugli outcome dei farmaci che potenziano l’HDL (colesterolo buono) non abbiano apportato alcun beneficio per le patologie cardiovascolari, ha anche messo in evidenza una correlazione tra tale HDL e le malattie provocate da un’infezione. Tale recente studio prospettico ha, infatti, analizzato il comportamento delle HDL in corrispondenza di una sepsi, scoprendo come sia livelli elevati che livelli bassi di lipoproteine ad alta densità siano associati ad un aumentato rischio di tale malattia. In particolare i Pazienti con bassi livelli di HDL risulterebbero maggiormente a rischio di sepsi, mentre, in generale, tutti i valori precipiterebbero in occasione di tale infezione generalizzata. I ricercatori hanno utilizzato precedenti studi relativi alla Popolazione di Copenhagen (circa 100.000 Pazienti vs una seconda Popolazione di circa 10.000 Pazienti). E’ stato così statisticamente rilevato come i Pazienti con i valori inferiori di HDL presentassero la maggiore correlazione con tale infezione ospedaliera, seguita da quelli con valori elevati.

Quale il razionale? Vari studi suggerirebbero come le HDL possano regolare la difesa immunitaria innata ed adattativa, partecipando tali sostanze alla regolazione della proliferazione delle cellule staminali ematopoietiche, oltre che regolando la maturazione delle cellule immunitarie. In tal maniera sia una particolare diminuzione che un episodico incremento (correlato alla presenza di HDL geneticamente modificati ed inefficaci) risulterebbero favorire la comparsa della sepsi correlata ad una infezione ospedaliera.

In realtà tale ricerca è stata, nei mesi precedenti, preceduta da altra pubblicazione, sempre a nome degli stessi Autori e presente sulla stessa Rivista, che ha valutato la correlazione tra Mortalità e valori di Colesterolo HDL, utilizzando i risultati provenienti da 2 studi prospettici relativi alla Popolazione di Copenhagen, per un totale di oltre 116.000 Pazienti. Il risultato ottenuto è stato che l’associazione tra le concentrazioni di colesterolo HDL e la mortalità per tutte le cause era a forma di U sia per gli uomini che per le donne, con concentrazioni estreme sia alte che basse associate ad alto rischio di mortalità per tutte le cause: uomini e donne nella popolazione generale, cioè, con colesterolo HDL estremamente alto hanno paradossalmente presentato un’alta mortalità per tutte le cause.

Ovviamente, nonostante la ricca casistica utilizzata, tali risultati hanno bisogno di conferma in altri studi.

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Post n° 221 (8° del 2018) Inserito il 21 Gennaio 2018  –  Testo by giuliani gian carlo  –  Foto by pixabay.com

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