Sul Morbo di Parkinson abbiamo già, in altre occasioni, segnalato degli aggiornamenti, sia per la diffusione, la durata e la potenziale gravità della Malattia, sia per i crescenti contributi della Letteratura Scientifica. News scientifiche riguardanti la malattia, la sua terapia, gli aspetti riabilitativi e quelli nutrizionali almeno settimanalmente appaiono sulle riviste scientifiche e/o sui Siti che si occupano dei Pazienti e dei loro caregivers.
Tra tutti questi aspetti quello Alimentare e Nutrizionale non è sempre conosciuto (o ricordato) dagli Operatori Sanitari, anche se in questa Malattia interviene in più tappe . Non si deve infatti dimenticare come:
- una corretta dieta ipoproteica a pranzo (che ritarda lo svuotamento gastro-intestinale) migliori l’efficacia terapeutica della Levodopa,
- tutto ciò che rallenti il transito gastrico ed intestinale riduca la quota di farmaco assorbita, farmaco facilmente degradabile dai succhi gastrici: quindi stipsi ed iperacidità sono sicuri nemici della terapia antiparkinsoniana,
- anche le fibre, famose per accelerare il transito intestinale, ritardino invece lo svuotamento gastrico,
- tale farmaco risulti, così, più efficace se assunto a digiuno (salvo situazioni particolari),
- un’alimentazione equilibrata risulti sicuramente appropriata per ridurre pericolose comorbilità cardio-vascolari,
- l’eccesso ponderale e l’obesità rappresentino seri problemi che possono peggiorare la malattia di base
- ecc. ecc.
La segnalazione di oggi, invece, attribuisce un importante ruolo all’integrazione alimentare vitaminica, capace di preservare ed aiutare le cellule nervose oggetto della malattia. La Vitamina è la B3, nota anche come niacina, elemento costituente fondamentale di 2 coenzimi (NAD e NADP) fondamentali nelle reazioni di ossido-riduzione oltre che risultare essenziali per il regolare funzionamento del sistema nervoso. In particolare l’effetto di tale Vitamina risulterebbe significativo a livello dei mitocondri, organi intracellulari produttori di energia e fondamentali per il funzionamento delle cellule nervose. In tale paper vendono descritti i risultati di una ricerca effettuata, precisiamolo non sugli uomini ma su mosche le cui caratteristiche genetiche e fenotipiche si caratterizzano per progressiva riduzione della dopamina e sviluppo di sintomi parkinsoniani. Ad esse veniva aggiunto nella dieta un supplemento di Vitamina B3.
Quali i Risultati? Le mosche che avevano assunto Vitamina B3 mantenevano più a lungo un buon livello motorio e di autonomia, presentando anche una minore percentuale di morte delle cellule nervose. Quale l’evoluzione? La sperimentazione sull’uomo, dato che la tale vitamina non risulta tossica e/o dannosa.
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Post n° 272 (59° del 2018) Inserito il 12 Settembre 2018 – Testo di giuliani gian carlo – Foto by pexels.com
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