Per coloro che si occupano (da anni) di tali Patologie degenerative (oncologiche e neurodegenerative) il sapere che la convivenza di entrambe rappresentasse la regola od una possibilità era certamente negato. Successivamente con il repentino ed inaspettato invecchiamento della Popolazione (attenzione: le stime future parlano che nel 2050 vi sarà 1,1 lavoratore per ogni pensionato!), ci eravamo in parte ricreduti, vedendo quotidianamente Pazienti con entrambe le Patologie. Sarà solo colpa dell’invecchiamento o dei crescenti e comuni fattori di rischio o anche di altre cause non ancora individuate? Sicuramente alla base di entrambe parrebbe esserci anche l’interferenza del noto ruolo dell’infiammazione cronica.
La notizia di oggi è che è stata condotta da parte dell’Istituto Superiore di Sanità una importante ricerca epidemiologica a tal fine ed i cui risultati, recentemente presentati ad un Incontro (Neurodegenerazione e Cancerogenesi. quali possibili cause di un’associazione inversa?) presso la sua sede in Roma sono stati riassunti in: “Demenze e Tumori, chi si ammala delle prime dimezza il rischio di contrarre un cancro e viceversa. I dati epidemiologici dovranno essere confermati dalla ricerche cliniche“
Dal Sito dell’ISS riportiamo la nota stampa relativa a tale ricerca epidemiologica: “Nei pazienti affetti da malattia di Alzheimer o da malattia di Parkinson il rischio di insorgenza di tumori risulta dimezzato rispetto alla popolazione generale e viceversa: i pazienti affetti da patologie tumorali presentano un rischio ridotto del 50% di insorgenza di malattie neurodegenerative (in particolare morbo di Alzheimer e malattia di Parkinson). Sono queste le evidenze epidemiologiche, più recenti e consolidate, frutto di una revisione della letteratura scientifica effettuata dall’ISS e oggetto del workshop Neurodegenerazione e cancerogenesi: quali possibili cause di un’associazione inversa?, che si svolge oggi presso lo stesso ISS. Nel workshop saranno messi a confronto diversi approcci – epidemiologico, clinico e di ricerca di base – per discutere la possibilità di trovare trattamenti terapeutici per entrambe le condizioni morbose. La sfida del futuro è quella di capire se questa evidenza epidemiologica possa avere una base biologica in quanto i processi di neurodegenerazione e di oncogenesi hanno probabilmente una lunga fase di latenza prima dell’insorgenza dei segni e dei sintomi. L’attenzione è puntata soprattutto sul coinvolgimento di oncogeni e di alcune proteine, che potrebbero influenzare i meccanismi di proliferazione cellulare indirizzando una lunga storia naturale di malattia in direzioni opposte.“
Si riapre quindi uno scenario già noto ma in parte trascurato, che apre nuovi scenari di ricerca (ma anche etici) sulle Malattie Umane e che vede la genotossicità (con mutazioni e non) ed il ruolo di cancerogeni, geni oncosoppressori e proteine varie come protagoniste.
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Post n° 315 (30° del 2019) Inserito il 06 Dicembre 2019 – Testo di giuliani gian carlo – Foto by pixabay.com
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N.B.: Tali contributi non forniscono indicazioni o consigli medici, ma riportano solo Dati Scientifici provenienti dalla Letteratura Medica, costituiti dai risultati di Studi Epidemiologici e/o Clinici. La presenza di collegamenti (link individuabili con il grassetto, colore del testo blu ed il sottolineato) permette la consultazione di approfondimenti su alcuni temi segnalati nel testo, approfondimenti generalmente riferibili a fonti scientifiche o divulgative sicure.