E’ quasi pronto il Corso ECM FAD sulla Valutazione Multi-Dimensionale. In particolare si sono concluse (e sono attualmente in fase di verifica) le registrazioni dei Video nonché le Slides ad esse correlate, nonché definito il Materiale di utilità allegato al Corso stesso. Il Tema è quello della VMD in Geriatria, a favore del Paziente Anziano (Fragile), già oggetto di precedenti Corsi ECM in presenza e di numerose pubblicazioni a cura della Medicina Lungo-Degenza.

Al momento oltre 450 sono i minuti di registrazione video e centinaia le slides.

Il Corso sarà suddiviso nei seguenti Moduli:

  • Introduzione alla VMD
  • La Valutazione del Rischio per Lesioni da Pressione
  • La Valutazione del Rischio per Cadute
  • La Valutazione della Comorbilità
  • La Valutazione di Singole Patologie
  • La Valutazione dei Livelli di Autonomia
  • La Valutazione del Deterioramento Cognitivo
  • La Valutazione dei Disturbi Comportamentali
  • La Valutazione Infermieristica
  • La Valutazione Nutrizionale
  • La Valutazione del Dolore
  • Altre Scale di Valutazione (Oncologiche, Sociali, della QoL ecc.)
  • Utilizzo della VMD in ambito Sanitario
  • Valutazioni Conclusive (sul Corso)

Un Tema, quello della VMD che è sempre tra quelli più affrontati dalla Letteratura Scientifica in ambito Geriatrico,

A tal proposito riporto l’introduzione di un paper scientifico recentemente pubblicato su Psycology Today:Come le abilità diminuiscono con le Demenze, utilizzabile anche come preambolo a questo Nostro prossimo Corso FAD:

“Ti svegli al mattino, esci dal letto, vai in bagno, accendi la luce, usi il bagno, ti lavi i denti (bagni lo spazzolino, metti il dentifricio, muovi lo spazzolino sui denti, sciacqui la bocca, sciacqui lo spazzolino e lo riponi al suo posto), fai la doccia (nei suoi singoli passaggi), ti asciughi, ti spazzoli i capelli, ti metti la biancheria intima, i calzini, la camicia, i pantaloni e la maglia.

Metti le scarpe e le allacci. Ti sposti in cucina, tiri fuori la caffettiera, riempi il serbatoio con acqua, inserisci il filtro, aggiungi il caffè e la accendi. Mentre il caffè si sta scaldando, metti una fetta di pane nel tostapane. Poi metti un po’ di olio in una padella, accendi il fuoco, rompi 2 uova e le fai a occhio di bue. Il tostapane scatta e il toast salta su. Prendi un piatto, metti il ​​pane tostato sul piatto e fai scivolare le uova dalla padella sul pane tostato. Metti il piatto sul tavolo, ti versi un po’ di caffè, tiri fuori un coltello e una forchetta e ti siedi per fare colazione.

Tutte queste fasi della routine del mattino sono comuni, persino passi banali quotidiani che fai senza pensarci due volte. Le ho elencate in dettaglio, tuttavia, per evidenziare quanto sono sfaccettate e complicate in realtà.

Pensiamo di solito alla demenza come alla rottura della memoria, del linguaggio e di altri aspetti del pensiero. Ma quando la demenza progredisce e colpisce altre regioni cerebrali, si deteriora la capacità di eseguire questi movimenti acquisiti e competenti.

Potrebbe essere inizialmente evidente quando si eseguono compiti tecnici in attività complicate, come la falegnameria o la cucina, e può progredire verso difficoltà nelle attività di base, come manipolare pulsanti e mettere correttamente i vestiti.

Questi problemi sono generalmente dovuti alla disfunzione del lobo frontale da solo o insieme ad altre regioni cerebrali. Alcuni individui con demenza hanno difficoltà a realizzare compiti qualificati all’inizio del decorso [della malattia], e la maggior parte degli individui ha queste difficoltà in un qualche altro momento.

Raramente, la demenza inizia con questo tipo di difficoltà. Quando le difficoltà con i movimenti qualificati appaiono per prime, di solito siamo in presenza della sindrome corticobasale. Gli individui con questa sindrome mostrano inizialmente difficoltà con una mano che partecipa a compiti qualificati come abbottonarsi o allacciare le scarpe, ma poi progredisce ad altri arti che possono diventare inutili, o anche muoversi apparentemente con una mente propria.

La mano di un paziente di cui mi sono preso cura non lasciava la presa da sola dopo aver afferrato il braccio di una sedia o una maniglia della porta, con conseguenze prevedibili quando cercava di alzarsi dalla sedia o aprire la porta. Il braccio di un altro paziente che ho avuto in cura tendeva ad alzarsi lentamente e a fare movimenti lenti e senza scopo.”


Post n° 332 (7° del 2021) Inserito il 23 Luglio 2021 –   Testo di giuliani gian carlo  –  Foto by alzheimer-riese.it 

Presentazione del Blog di Formazione-Sanitaria.it 

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