I BPSD si presentano tipicamente nelle
fasi avanzate della demenza, , rappresentandone un importante indice di peggioramento della Malattia, con il 60-90% delle persone con demenza che presentano almeno un BPSD durante il corso della malattia.
La frequenza dei BPSD aumenta con la gravità della demenza. La comparsa di 1 o più BPSD è associata allo
stress del caregiver, all’aumento della durata dell’eventuale ospedalizzazione e a una maggiore probabilità di ricovero in una struttura residenziale per anziani.
Tali sintomi comportamentali e psicologici della demenza sono sintomi neuropsichiatrici che accompagnano la sindrome della demenza, come deliri, allucinazioni, apatia, ansia, depressione o disinibizione. I sintomi BPSD sono prevalenti e possono avere un impatto, come detto, significativo sulla prognosi e sulla gestione della demenza.
I BPSD includono disturbi emotivi, percettivi e comportamentali simili a quelli osservati nei disturbi psichiatrici. Può essere clinicamente utile classificarli in 5 domini:
– cognitivo o percettivo (deliri, allucinazioni),
– motorio (camminare avanti e indietro, vagare, movimenti ripetitivi, aggressività fisica),
– verbale (urlare, chiamare, parlare in modo ripetitivo, aggressività verbale),
– emotivo (euforia, depressione, apatia, ansia, irritabilità)
– e vegetativo (disturbi del sonno e dell’appetito).
Fino al 97% degli individui con demenza che vivono in comunità svilupperà BPSD a un certo punto, più comunemente depressione o apatia, sebbene deliri, agitazione e comportamento motorio aberrante (ad esempio, irrequietezza, comportamenti ripetitivi, vagabondaggio) si verifichino in circa un terzo dei pazienti. La gravità dei sintomi aumenta con il tempo e si correla con il collocamento istituzionale. Mentre pochi studi hanno caratterizzato i sintomi BPSD in base all’eziologia della demenza, i deliri sono comuni nella malattia di Alzheimer, la depressione e l’apatia nella demenza vascolare e la disinibizione e i disturbi alimentari nella demenza frontotemporale.
I disturbi comportamentali spesso si verificano prevalentemente la sera, noti come “
sundowning“. Alcuni studi suggeriscono che questo fenomeno colpisce fino a due terzi dei pazienti con demenza. Una delle sequele psichiatriche più comuni osservate in questa fascia demografica sono i deliri. Le allucinazioni non sono così diffuse come i deliri, con stime basse fino al 7% al basale. Inoltre, ulteriori sintomi che portano a successivi ricoveri ospedalieri includono agitazione, aggressività, vagabondaggio, apatia, disinibizione, disturbi del sonno e depressione.
Non è stata dimostrata alcuna eziologia unica per i BPSD. Invece, un modello biopsicosociale propone che i sintomi neuropsichiatrici siano correlati alle interazioni tra la biologia di un individuo, le esperienze precedenti e l’ambiente attuale. L’agitazione, la disinibizione e la psicosi correlate alla demenza sono associate a riduzioni di volume e metabolismo ridotto in alcune regioni cerebrali (nella corteccia prefrontale orbitale e dorsolaterale, nel cingolato anteriore, nell’insula e nei lobi temporali, che sono regioni del cervello che mediano la regolazione emotiva, l’autoconsapevolezza e la percezione).
I BPSD sono inoltre correlati a squilibri della neurotrasmissione (colinergica, noradrenergica, dopaminergica, serotoninergica e glutamatergica).
In una limitata percentuale di casi sono presenti cause o fattori di rischio organici, come nel Delirium (ad es: polmoniti, infezioni delle vie urinarie ecc.).
La BPSD è correlata a una progressione più rapida della demenza e a una mortalità precoce; non è noto se il trattamento abbia un impatto su queste variabili.
Questo contributo rappresenta una pagina di introduzione alla complessità dei B.P.S.D. In successivi contributi tratteremo ogni singolo disturbo cognitivo-comportamentale.
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Post n° 356 (6° del 2025) – Inserito il 06 Aprile 2025 – Testo di giuliani gian carlo – Foto pixabay
Presentazione del Blog di Formazione-Sanitaria.it
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