Come da tempo noto la Malnutrizione (specie quella proteico-calorica) rappresenta una delle caratteristiche del Paziente Anziano Fragile, specie di quello ospedalizzato per nuove patologie o per riacutizzazioni o complicazioni di quelle già note. Tale malnutrizione risulta avere effetti dannosi sugli outcomes della degenza stessa, compresi sopravvivenza, guarigione e recupero, risultando generalmente preceduta da un suo relativo rischio, rischio, però, non sempre valutato al momento dell’ammissione nei reparti.

Certo di questo ne abbiamo già parlato in alcuni contributi del nostro reparto (circa il ruolo della disfagia, le sue correlazioni con le polmoniti nonchè il peso della non-autonomia nell’alimentazione) e nei Corsi ECM di Formazione-Sanitaria, ma l’occasione per riparlare di malnutrizione ci è data dal recente paper pubblicato sulla Rivista BMG Geriatrics, in cui viene descritta una ricerca finalizzata ad individuare i possibili fattori di rischio o predittivi della malnutrizione ospedaliera.

In particolare gli Autori di tale contributo (appartenenti all’Ospedale di Aukland, Nuova Zelanda) hanno quantificato il rischio di malnutrizione al momento del ricovero ospedaliero su 234 Pazienti Anziani), valutando lo stato di nutrizione utilizzando il Mini Test di Valutazione Nutrizionale,  il Rischio di Disfagia con il EAT-10, la Forza Muscolare con la forza di presa e lo Stato Cognitivo con il MoCA – Montreal Cognitive Assessment.

I Risultati ottenuti, come prevedibile sulla base di nostra esperienza e documentazione, hanno evidenziato come il 46,6% dei Pazienti arruolati allo studio, sia stato identificato come a rischio di malnutrizione e il 26,9% sia risultato essere già costituito da malnutriti. Dopo aggiustamento per età, sesso ed etnia, lo studio ha identificato un rischio elevato di disfagia, un basso indice di massa corporea, una bassa forza muscolare ed un declino della capacità cognitive come fattori predittivi significativi del rischio di malnutrizione negli anziani nel corso del ricovero ospedaliero. Poiché la maggior parte (88%) dei partecipanti è stata ammessa provenendo dalla comunità, questo dimostrerebbe la necessità di uno screening nutrizionale di routine sia al momento del ricovero ospedaliero che negli anziani in età geriatrica al loro domicilio (o in RSA).

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Post n° 245  (32° del 2018) Inserito il 25 Marzo 2018  –   Testo di giuliani gian carlo  Foto by pixabay.com

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