Da sempre la scrittura dei Medici viene considerata, per antonomasia, quella più illeggibile oltre che tra le più pericolose. Non parliamo certo della Medicina Narrativa, bensì della grafia indecifrabile che caratterizza cartelle cliniche e, soprattutto, ricette e prescrizioni scritte a mano, spesso ricche di sigle, abbreviazioni, acronimi e quant’altro possa ridurre il tempo dedicato alla scrittura. Di questo fenomeno siamo tutti noi consapevoli, ben consci di come una frettolosa scrittura faciliti l’illeggibilità, provocando un significativo incremento del rischio di errori.

Proprio la Gestione del Rischio Clinico ci ricorda come la maggior parte degli errori in terapia si verifichi durante la prescrizione (medica!) e riguardino soprattutto la confusione e lo scambio tra farmaci con nomi o pronuncia simili oppure tra unità di misura e dosaggi.  Il programma di segnalazione degli errori anonimi (Medmarx) nel sistema sanitario americano, accessibile ad Internet e progettato per Ospedali e Sistemi Sanitari, al fine di raccogliere, analizzare e riportare gli errori terapeutici, ha individuato proprio nella fase prescrittiva dei farmaci il principale errore. Gli errori di omissione e di dose\quantità sono quelli più frequentemente riportati, facilitati da distrazioni ed aumento del carico di lavoro. Circa i due terzi degli errori registrati da tale Programma ha raggiunto il Paziente, seppur con relativamente pochi danni.

Il Ministero della Salute, da sempre sensibile al tema del Rischio Clinico e della Sicurezza delle Cure, ha fin dal 2007 prodotto e pubblicato delle Raccomandazioni rivolte agli Operatori, in buona parte rivolte alla prevenzione dei Danno da Farmaci, degli Errori in Terapia ed, in generale, del Rischio Clinico. Dopo alcuni anni di assenza di nuove Raccomandazioni, è delle ultime settimane l’emanazione della Raccomandazione n° 18: denominata “Raccomandazione per la Prevenzione degli Errori in Terapia conseguenti all’uso di abbreviazioni, acronimi, sigle e simboli”, ma che prende in considerazione anche il fenomeno della brutta grafia.

Dopo una utile review della Letteratura su tale argomento, la Raccomandazione definisce i propri ambiti ed applicazioni. Vengono così prese in considerazione la prescrizione verbale (da abolire in specifici setting di cura), l’utilizzo di abbreviazioni, acronimi, segni e simboli, il ricorso alla Scheda Unica di Terapia (cartacea ed elettronica), la necessità di ricorrere alla scrittura in stampatello nella redazione di ricette terapeutiche ecc. Seguono, infine, una ventina di indicazioni sulle modalità prescrittive, realmente utili e che dovranno (per chi già non le utilizza) diventare rapidamente pratica quotidiana e buona prassi degli Operatori (Medici per primi!). Anche perchè una discreta segnalazione di tale Raccomandazione ha finora interessato i quotidiani generalisti e, poco, quelli sanitari.

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Post n° 285  (72° del 2018) Inserito il 20 Dicembre 2018  –   Testo di giuliani gian carlo  –  Foto by pexels.com

Presentazione del Blog di Formazione-Sanitaria.it 

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