Stante le attuali limitate possibilità terapeutiche della Malattia di Alzheimer e delle Demenze in generale, i principali sforzi di Ricercatori ed Operatori Sanitari sono finalizzati alla ricerca di Fattori di Rischio e Sintomi Premonitori della Malattia. Tra i primi molti sono già noti (età, familiarità, patrimonio genetico, diabete, alcool, fumo, dislipemie ecc.), mentre tra i secondi molti riguardano la sfera psichica (turbe mnesiche, modifiche comportamentali ecc.) mentre pochi sono i sintomi premonitori di carattere fisico.
Tra questi negli ultimi anni molte attenzioni sono state rivolte alla compromissione olfattiva, che potrebbe diventare un importante indicatore clinico e predittore di tali patologie degenerative, aiutando ad individuare i soggetti a maggior rischio. È noto, infatti, che i pazienti con deterioramento cognitivo hanno cambiamenti strutturali e funzionali delle strutture olfattive e presentano sia deficit di identificazione che di discriminazione e di percezione qualitativa degli odori.
Si segnala l’ultimo paper sull’argomento, presente sulla Rivista JAMA Neurology finalizzato ad esaminare le associazioni tra le alterazioni olfattive con le patologie (MCI per prima) caratterizzate da deterioramento cognitivo. Per un periodo variabile tra i 5 ed i 10 anni sono stati valutati oltre 1600 Pazienti classificati come normali ed un numero minore di MCI e Dementi, i quali sono stati periodicamente sottoposti a valutazione olfattiva.
I risultati hanno indicato una discreta predittività del Test olfattivo con la comparsa di MCI nei soggetti integri, nonché una analoga correlazione con il passaggio da MCI a Demenza. Tali risultati sono coerenti con gli studi precedenti che hanno segnalato le associazioni di impairment olfattivo con il deterioramento cognitivo in età avanzata e suggeriscono che i test olfattivi hanno una potenziale utilità per lo screening per MCI e MCI che rischia di progredire.
Inserito il 20 Novembre 2015 – Testo by giuliani gian carlo – Foto by formazione-sanitaria (scuola-badanti)