In previsione del Corso sulle Infezioni correlate all’Assistenza, che si svolgerà Venerdì 16 Dicembre 2016 presso la nuova Sala Convegni della Casa di Cura “Villa Iris di Pianezza, presentiamo una nuova anticipazione di quanto sarà presentato in una delle Relazioni al Corso stesso.

In particolare parliamo di polmonite, problema quali e quantitativamente grave per l’Anziano Fragile, tanto da doverne rappresentare la principale complicanza e conseguente causa di morte. Differente per sintomatologia clinica, prognosi e trattamento terapeutico rispetto a quanto avviene nel soggetto adulto, la polmonite dell’Anziano Fragile presenta anche, e soprattutto, differenti fattori di rischio, riconducibili ad aspetti clinici (deterioramento cognitivo, perdita dell’autonomia ecc.), assistenziali (soprattutto disfagia, malnutrizione, igiene del cavo orale ecc.) nonché farmacologici (resistenza agli antibiotici, assunzione di anti-H2, inibitori di pompa protonica o farmaci psicoattivi).

Relativamente al rischio rappresentato dai Farmaci antipsicotici utilizzati per il trattamento dei disturbi comportamentali delle Demenze, segnaliamo una pubblicazione della scorsa estate relativa alla correlazione tra utilizzo di farmaci antipsicotici ed insorgenza di polmonite nei Pazienti con Malattia di Alzheimer, a cura dell’Università della Finlandia Orientale e della Karolinska Institutet.

Sono stati arruolati, in questo Studio di Coorte, oltre 60.000 Pazienti con diagnosi di Malattia di Alzheimer, confrontati successivamente con gruppo di Pazienti senza Malattia di Alzheimer di analoghe dimensioni.

Il rischio di polmonite era più alto già all’inizio del trattamento antipsicotico, rimanendo elevato anche nell’uso a lungo termine. Non sono state osservate differenze importanti tra gli antipsicotici più comunemente utilizzati. L’uso dell’antipsicotico era associato ad un rischio doppio di polmonite nelle persone con AD e anche un più elevato incremento del rischio relativo (3,43 volte) tra quelli senza AD.

I risultati indicano che l’uso dell’antipsicotico è legato ad un più alto rischio di polmonite, indipendentemente dall’età, durata del trattamento, scelta dei farmaci o comorbidità. Inoltre, lo studio, comprendendo solo casi di polmonite giunti alla ospedalizzazione o a morte, fa ipotizzare che l’aumento del rischio effettivo possa essere anche superiore. Di conseguenza, il rapporto rischio-beneficio deve essere attentamente considerato quando si prescrivano dei farmaci antipsicotici, ed il periodo di trattamento deve essere il più breve possibile.

 

Key Words:  Malattia di Alzheimer   –   Polmonite

Inserito il 12 Dicembre 2016   –   Testo by gc.giuliani   –   Foto by www.pharmastar.it