Chi ha partecipato agli affollati corsi targati Formazione-Sanitaria di fine 2016 sull’Alimentazione (“Nutrire con Cura: una corretta alimentazione per i Soggetti Fragili” e “L’Alimentazione 100% Vegetale per la Prevenzione ed il Sostegno della Malattia Tumorale”) o a quelli ad essa correlata (“Le Lesioni da Pressione nel 2016: diagnosi e trattamento””) non avrà potuto che avere conferma di quanto l’alimentazione sia sempre più argomento di estremo interesse ed attenzione, anche da parte del personale sanitario. Le diete note come “vegetariane” o “vegane” stanno guadagnando sempre più consensi da parte di chi non solo segue convinzioni etiche, ecologiche, religiose o politiche ma ritiene anche di salvaguardare il proprio benessere e la propria salute e, spesso, di poter recuperare quest’ultima qualora persa. In qualunque modo la si pensi, risultano innegabili i benefici sulla riduzione del rischio di malattie cronico-degenerative: da quelle cardiovascolari a quelle metaboliche, senza dimenticare quelle oncologiche. L’importante è, però, conoscere limiti e difetti delle singole diete nonché, soprattutto, conoscere le eventuali carenze alimentari da esse provocate e correre ai ripari. Risulta, infine, ovvio il capire quando, mutate le proprie condizioni di salute, sia necessario percorrere altre strade alimentari.

Ad integrare quanto appreso dai brillanti Relatori (in particolare la dott.ssa Michela De Petris) segnaliamo oggi una interessante review “Dieta Vegetariana e Vegana: che cosa c’è da sapere” pubblicato su <Alimentazione Prevenzione & Benessere>, interessante Rivista italiana (in italiano…..) edita da Pacini Editore Medicina ed a cura di NFI Nutrition Foundation of Italy.

Questa review ci ricorda alcune cose fondamentali, vale a dire:

  1. Che esistono più diete vegetariane, classificabili in:
    1. Semi-vegetariana: Occasionale consumo di carni avicole e pesce
    2. Pesco-vegetariana: Include pesce, uova, latte e derivati, miele
    3. Latto-ovo-vegetariana: Include latte e derivati, uova, ma nessun tipo di carne e pesce
    4. Latto-vegetariana: Si a latte e derivati, no a uova, e nessun tipo di carne e pesce
    5. Vegana: No a qualunque alimento di origine animale, miele compreso, si a tutti gli elementi di origine vegetale
  2. Che è stato pubblicato nel 2015 un Documento sulle Diete Vegetariane a cura della S.I.N.U. (Società Italiana Nutrizione).

Più che raccontare tale pubblicazione (fortunatamente in lingua italiana) riteniamo sia, in questo caso, più utile riportarne un abstract a cura della stessa Casa Editrice, che così sintetizza il suo contenuto:

<<Il confronto tra le varie opzioni nutrizionali vegetariane, rispetto a un’alimentazione onnivora, conferma che la dieta vegana comporta il minor introito calorico, la minore assunzione di proteine, la maggiore assunzione di fibre e il miglior profilo lipidico.

Se si considera invece l’adeguatezza dell’apporto relativo dei singoli nutrienti, l’analisi sottolinea che le altre opzioni vegetariane, sicuramente più “prudenti”. Questo studio, quindi, si mette in luce un’apparente contraddizione tra un più favorevole profilo metabolico riscontrabile nei soggetti che seguono una dieta vegana, e un meno favorevole profilo nutrizionale.

Per quanto riguarda le proteine, che si possono trovare nei cereali, legumi, frutta secca a guscio, queste permettono a vegetariani e vegani di evitare delle carenze al riguardo, specie per le donne in gravidanza o gli sportivi. L’unica attenzione riguarda la digeribilità delle proteine vegetali, rispetto a quelle animali.

La carenza di vitamina B non deve essere mai trascurata.  Il rischio è maggiore nei latto-ovo-vegetariani rispetto agli onnivori e ancora di più nei vegani. I segni sono la stanchezza, mancanza di energia, anemia, irritabilità, depressione, disturbi del sonno, difficoltà di concentrazione. Anche la salute delle ossa può esserne coinvolta. per chi segue diete vegetariane, buone fonti di vitamina B12 sono latticini, uova e alimenti fortificati (bevande fortificate di soia, o di riso, alcuni cereali per colazione e analoghi della carne).

Fonti di calcio sono i legumi, la frutta secca (mandorle) o disidratata (fichi) e i semi oleaginosi, oltre ad alcuni tipi di verdura e alle erbe aromatiche, come la salvia e il rosmarino. Una quota importante di calcio è apportata da latte e latticini (per chi li include). Per tutti, un’ottima fonte è rappresentata dalle acque minerali ricche di calcio (fino a 300 mg/l). Tra le verdure, bisogna ricordare che spinaci, biete e foglie di rapa.

Per quanto riguarda la vitamina D non è importante l’apporto alimentare ma piuttosto l’esposizione al sole.

Il ferro contenuto nei cereali, nelle verdure, nella frutta, nei tuberi è in una forma particolare, la cui biodisponibilità è inferiore di almeno un terzo rispetto a quella del ferro eme contenuto nelle carni. Chi segue un’alimentazione priva di alimenti di origine animale deve aumentare dell’80% l’assunzione di ferro, affiancando alla scelta di cibi che ne sono naturalmente ricchi (cacao e cioccolato fondente, semi di sesamo, lenticchie, piselli e fagioli secchi, lievito di birra, farina di soia, noci, mandorle, nocciole, quinoa, albicocche, fichi e prugne secche, muesli).

Per ovviare alla carenza dello zinco bisognerebbe consumare frutta secca, soprattutto anacardi e noci pecan, formaggi per chi li include, legumi, cereali, carote, ceci, semi di zucca, cereali integrali, muesli, lievito alimentar; non far mancare mai acido citrico (contenuto nella frutta) e acido malico (presente nelle brassicacee, cioè broccoli, cavoli ecc.), che ne aumentano l’assorbimento.

Infine per quanto riguarda l’Omega 3 del pesce: nei vegetariani che non prevedono consumi di pesce e nei vegani si può assicurarne una quota adeguata, privilegiando il consumo di noci, semi di lino e di chia e di oli derivati.

Alle prossime puntate, non per scatenare un dibattito ma per migliorare l’Informazione e la Formazione.

 

Key words: Alimentazione

Inserito il 24 Gennaio 2017   –   Testo by giuliani gian carlo   –   Foto by Pacini Editore