Come noto a tutti coloro che curano od assistono Pazienti Anziani, la disfagia è un problema sanitario serio, in quanto aumenta il rischio di malnutrizione, di disidratazione, di polmonite da aspirazione e di morte (anche improvvisa). Varie le cause che la possono determinare così come le patologie di cui rappresenta sintomo frequente, anche se la pratica quotidiana ci suggerisce come la disfagia sia un sintomo frequentemente presente nei Pazienti Anziani, nei quali ai progressivi cambiamenti nel funzionamento della deglutizione si associa la comparsa di malattie degenerative, demenze e vasculopatia cerebrali (acute e/o croniche) in particolare. Di rilievo l’incidenza della disfagia nelle Case di Riposo (note negli Stati Uniti con il termine di Nursing Home).

Una ricerca epidemiologica a tale proposito è presente sul numero di ottobre della Rivista JAMDA (The Journal of Post-Acute and Long-Term Care Medicine), ricerca i cui obiettivi erano proprio quelli di esaminare i tassi di prevalenza della disfagia, identificare le caratteristiche dei residenti con disfagia e descrivere quale tipo di nutrienti i residenti con disfagia avrebbero ricevuto. Sono stati arruolati i Pazienti over-65 di oltre 900 Nursing Home presenti in circa 20 Paesi europei e dell’America del Nord, per un totale di circa 25.000 soggetti. Le informazioni assunte, tramite Questionari Standardizzati, erano relative allo stato nutrizionale dei residenti, all’assunzione nutrizionale, alle caratteristiche generali dei residenti, la presenza di fattori di rischio per la disfagia e della disfagia stessa. Anche le strategie nutrizionali (tipo di dieta, uso di integratori nutrizionali orali, alimentazione enterale e nutrizione parenterale) sono state descritte per i residenti con e senza disfagia.

I Risultati ottenuti dalla ricerca hanno evidenziato come la disfagia sia stata riportata nel 13,4% dei residenti arruolati, con una grande variazione nei tassi di prevalenza tra i paesi partecipanti. I residenti che non erano in grado di completare i pasti avevano circa 15 volte più probabilità di avere disfagia rispetto ai residenti che invece mangiavano tutto. L’incidenza della disfagia era più alta per i residenti con problemi di masticazione, per quelli che erano immobili o parzialmente mobili rispetto ai residenti mobili e a quelli con grave danno cognitivo.

Lo stato nutrizionale povero, le malattie digestive, le malattie neurologiche, la disidratazione e l’uso di antibiotici sono stati anche correlati con un più elevato rischio di disfagia. La strategia nutrizionale più comune per i residenti con disfagia è stata la dieta modificata dalla struttura (42,5%) seguita dalla normale dieta (28,2%). Un quarto dei residenti con disfagia ha ricevuto somministrazioni nutrizionali orali, inoltre, il 7.4% dei residenti con disfagia ha ricevuto l’alimentazione tramite SNG o PEG e l’8.0% in combinazione con la nutrizione orale.

Conclusioni: questa analisi nelle Nursing Home fornisce importanti informazioni sull’attuale conoscenza della disfagia, dei fattori associati e delle strategie nutrizionali. I residenti che non sono stati in grado di mangiare per via orale, malnutriti o disidratati hanno sofferto più spesso dalla disfagia, il che conferma la sfida di dover fornire un’alimentazione sicura e adeguata ai residenti con disfagia. L’adeguatezza e l’efficienza delle diverse strategie nutrizionali devono essere chiarite in studi futuri.

 

Inserito il 22 Ottobre 2017  –  Testo by giuliani gian carlo  –  Foto by pexels.com