Che l’inquinamento ambientale (pollution per gli Americani) avesse a che fare con la nostra Salute penso che tutti noi l’abbiamo intuito già da molto tempo mentre la Letteratura Scientifica ce lo ha confermato da soli circa due decenni. Questo anche se molte organizzazioni governative ancora oggi ignorano tale situazione. Da allora numerosissime sono le Evidenze Scientifiche che ci sottolineano il ruolo dell’inquinamento nelle malattie cardiovascolari, nelle malattie respiratorie, nelle Riacutizzazioni delle bpco, nelle Malattie Renali, nelle Demenze Senili, nel Morbo di Parkinson, ma anche nelle modificazioni dei biofilms sia degli Stafilococchi Aureus che degli Streptococchi Pneumoniae, nonchè sulla Salute in generale.
Tra gli inquinamenti sui quali maggiormente si è concentrata l’attenzione dei media in queste ultime settimane, vi è sicuramente quello dell’aria, conseguenza anche del repentino cambiamento climatico che il nostro Pianeta sta subendo negli ultimi anni. Ne parliamo non solo perchè è argomento di gran moda o perchè sarà oggetto di alcune slides al nostro Corso sulla Bpco e le sue Comorbilità (in programma domani 25 Ottobre 2017) ma anche e soprattutto perchè è stata pubblicata proprio in questi giorni sulla Rivista Lancet un’importante ricerca sui rapporti tra inquinamento e salute effettuata da un’apposita Commissione Medica.
Accompagnata anche da un’infografica allegata, tale ricerca sottolinea come i dati clinici, raccolti in tutto il Mondo, evidenzino come un decesso su sei nel 2015 (pari a 9 milioni di vittime) sia riconducibile ai danni provocati dall’inquinamento, sia esso ambientale, idrico o correlato al mondo del lavoro. Una cifra che supera ampiamente i morti per le più note malattie infettive (malaria, tbc ed AIDS messe insieme) nonchè quelli per guerre, incidenti stradali ed il solo fumo. La quantità maggiore di decessi si è sviluppata nelle nazioni cosiddette emergenti (Cina, India e Pakistan), mentre i tassi principali si sono verificati nei paesi africani (Somalia, Repubblica Centrafricana e Ciad). Tali dati sono spiegabili con la considerazione di come nei Paesi emergenti l’emergenza principale sia legata alla produzione, alla diffusione del lavoro ed all’incremento dell’economia e non certo a quella della salute, della prevenzione e della sicurezza. Gli stessi dati sottolineano, inoltre, come in tutti i Paesi (Stati Uniti compresi), tale mortalità sia a carico soprattutto delle popolazioni più povere e meno protette socialmente.
L’articolo si conclude con una serie di raccomandazioni necessarie per affrontare tale problema, riassumibili in 6 punti:
- Rendere la prevenzione dell’inquinamento una priorità nazionale e internazionale e integrarla nei processi di pianificazione dei paesi e delle città;
- Mobilizzare, incrementare e focalizzare i fondi e il supporto tecnico internazionale dedicato al controllo dell’inquinamento;
- Implementare sistemi per il monitoraggio dell’inquinamento e dei suoi effetti sulla salute;
- Costruire partnership multisettoriali per il controllo dell’inquinamento;
- Integrare la riduzione dell’inquinamento nei processi di pianificazione contro le malattie non trasmissibili;
- Investire sulla ricerca, sia per far luce sugli inquinanti che sul loro controllo.
Inserito il 24 Ottobre 2017 – Testo di giuliani gian carlo – Foto by pexels.com