Gli Anticoagulanti rappresentano una classe di farmaci il cui scopo è la riduzione del rischio trombo-embolico arterioso e venoso a lungo termine, soprattutto, ma non solo, nei Pazienti cardiopatici con turbe del ritmo (tipo la Fibrillazione Atriale). Per anni i farmaci anticoagulanti utilizzati a tal fine hanno costituito la cosiddetta TAO (Terapia Anticoagulante Orale), risultando rappresentati principalmente dal warfarin e dall’acenocumarolo.

La presenza di vari limiti (dalle numerose interferenze con farmaci ed alimenti, al ritardo nell’azione, da una ridotta finestra terapeutica e risposte particolarmente variabili anche per lo stesso soggetto alla continua necessità di monitoraggi laboratoristici) ha, negli anni, portato alla definizione di una nuova famiglia di farmaci: i cosiddetti NAO (Nuovi Anticoagulanti Orali).

Certo si tratta, in ogni caso, di farmaci di estrema utilità e necessità, pur presentando particolari rischi per alcune categorie di Pazienti (tipo i Pazienti Anziani, specie se a rischio di cadute). Ma il rapporto Anticoagulanti-Anziani è stato recentemente rivalutato da una ampia ricerca svedese (pubblicata sulla Rivista European Heart Journal) che ha seguito poco meno di 500.000 Pazienti con Fibrillazione Atriale Cronica per un discreto numero di anni, al fine di valutare se gli anticoagulanti possano ridurre, oltre che il rischio per ictus, anche quello per demenza, basandosi sul presupposto che tali farmaci agiscono cronicamente sulla diminuzione della formazione di piccoli trombi cerebrali, correlati anche con l’insorgenza della Demenza Senile.

I risultati ottenuti hanno evidenziato come il rischio di demenza sia risultato particolarmente inferiore (dal 30 al 48%) nei Pazienti in terapia con anticoagulanti orali rispetto a coloro che non assumevano tali farmaci. Non solo, ma tali risultati sono stati ottenuti indipendentemente dal tipo di farmaco che veniva utilizzato (TAO o NAO). L’effetto è, infine, risultato proporzionale alla durata di assunzione.

 

Inserito il 16 Novembre 2017  –  Testo by giuliani gian carlo  –  Foto by scienzalive.it