Tutto il Mondo è paese, si è soliti dire, ma certamente il rapido invecchiamento della Popolazione verificatosi negli ultimi decenni ha creato, e sta creando, ovunque, non pochi problemi sanitari e socio-assistenziali, nonchè profondi cambiamenti sociali. Alcuni Paesi tipo il Giappone (il Paese più vecchio del Mondo) hanno previsto ed hanno pianificato in tempo le modalità (almeno parziali) di adattamento. Altri, tipo l’Italia, non hanno programmato la Sanità se non annualmente o, al massimo, ogni 3 anni, non cogliendo a pieno i bisogni di adattamento e di organizzazione che si stavano manifestando.
Di sicuro però molti fenomeni risultano, ovunque, se non uguali almeno simili. Ad esempio quello del Fine Vita. Anche se la gran parte degli Anziani e delle Persone Gravi, desiderino morire a casa propria, oltre l’80% dei Pazienti Terminali muore in ambiente sanitario, medicalizzando quello che un tempo era un fatto esclusivamente privato: la Morte. Questa si presenta (tranne i casi di patologie oncologiche o traumatiche in giovane età) in decadi sempre più avanzate e poco per volta tra pochi anni non sarà neanche più considerato “fisiologico” il decesso di una persona ottantenne, da ricollegarsi invece quasi solo più a gravi patologie. Un tempo l’Anziano moriva per lesioni da pressione (“i decubiti”), mentre oggi il principale killer è la polmonite, sponsorizzata dalla crescente antibiotico-resistenza, frutto paradosso del progresso medicale farmaceutico. Un tempo l’Anziano morente era oggetto di una veglia con una organizzata ed alternata presenza dei Familiari, mentre oggi, quando va bene, ore di tale attività sono delegate a Badanti talora improvvisate che non possono fare altro che trasmettere la loro impotente anaffettività nei confronti dell’evento: non potrebbe che essere così! Anche la ritualità del cadavere si sta trasformando: da alcuni anni è in forte crescita ed ormai dominante (almeno nelle Città) il ricorso alla Cremazione, fenomeno questo, almeno più igienico e responsabile di altre modalità.
Sulla fine vita ve ne sarebbe da parlarne per ore, tanti sono gli ambiti (culturali e medici) che se ne occupano o che ne sono coinvolti: medici, medico-legali, etici, morali, religiosi, culturali, transculturali ecc. Senza dimenticare come tale argomento abbia, da sempre, ispirato poeti, musicisti, pittori. ecc.
Noi ne parleremo solo per alcune ore, Sabato 30 Settembre presso la Sala Convegni di Villa Iris in un apposito Corso ECM. Segnaliano le relazioni di Professionisti Sanitari ed Assistenziali operanti presso differenti Reparti di Rianimazione, di Geriatria ed in Hospice; di Personale di Villa Iris proveniente da differenti Nazioni e dalla differente cultura a tale proposito; di Rappresentanti della Chiesa Valdese ed altri professionisti ancora. Non mancheranno le discussioni ed il dibattito su Testamento Biologico, Eutanasia ecc. Saranno segnalati e discussi vari Documenti tra cui quello del Comitato Nazionale di BioEtica, quello, più recente, della FADOI (Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Internisti Ospedalieri) ed altri ancora.
Dal Documento FADOI (introduzione) leggiamo: L’innovazione in Medicina negli ultimi decenni ha indubbiamente fornito nuovi e fondamentali approcci terapeutici, spesso, però, senza risolvere le patologie inguaribili ma cronicizzandole. Tutto ciò comporta inevitabilmente un numero sempre crescente di pazienti che giungono alla fine vita in condizioni di estrema medicalizzazione e che, comunque, vivono lo stato terminale in modo protratto nel tempo. Il profondo cambiamento epidemiologico, inoltre, e il conseguente aumento delle comorbidità dei pazienti ricoverati nelle nostre Unità di Medicina Interna hanno comportato una profonda variazione delle problematiche assistenziali, perché sempre più spesso i pazienti sviluppano una progressione della malattia di base o una complicanza grave, sino all’irreversibilità, aprendo, quindi, spazio alle tematiche tipiche della medicina palliativa.
Una gran parte dei pazienti in stadio terminale, oncologici e non, muore in ospedale, per lo più nei reparti di Medicina Interna. È dimostrato, ed è esperienza comune, che questi pazienti non ricevono cure ottimali in ospedale, dove si tende a mantenere a oltranza standard procedurali terapeutici e diagnostici non sempre appropriati, spesso disagevoli per i pazienti e di non dimostrato beneficio sulla sopravvivenza. Il miglioramento della qualità dell’assistenza ai malati terminali in Medicina Interna è un’esigenza sentita a ogni livello (pazienti, medici, infermieri, caregiver, familiari), ma deve fare i conti con difficoltà e resistenze di diversa natura; in primo luogo, la scarsa formazione accademica e post-laurea in merito, in secondo la scarsa flessibilità organizzativa delle UO di Medicina Interna, che riflettono la strutturazione dei reparti per acuti e quindi non si adattano alla specificità e complessità assistenziale dei pazienti alla fine della vita.
Siamo partiti da qui per proporre ai nostri Soci una surveysulle problematiche della fine vita: ne è emersa una conoscenza non ottimale e, soprattutto, la consapevolezza da parte degli Internisti della necessità di una formazione specifica su questi temi. È cosi che nasce questa monografia, che cerca di fornire all’Internista gli strumenti per gestire i pazienti giunti al termine della loro esistenza.
Iscrizioni aperte presso Formazione Sanitaria ed ECM Piemonte
Inserito il 13 Settembre 2017 – Testo by giuliani gian carlo – Foto by pexels.com