Alcune novità sul Morbo di Parkinson.
Tra le malattie degenerative neurologiche sicuramente il Morbo di Parkinson è quella che si distingue per il crescente fermento nell’ambito della ricerca. Segnaliamo alcune recenti news di un certo interesse, anche clinico e terapeutico:
- Un Farmaco anti-asma per il Parkinson? alcune osservazioni epidemiologiche (ovviamente su grandi numeri) ha evidenziato come i consumatori di salbutamolo come terapia anti-asma presenterebbero un rischio particolarmente inferiore rispetto ai non consumatori di sviluppare negli anni M. di Parkinson. In particolare del 35% in generale ed addirittura del 50% nei Pazienti con un lungo periodo di terapia con tale farmaco, risultato in grado di ridurre la produzione di alfa-sinucleina, proteina di accumulo e di deposito nei neuroni malati.
- In sperimentazione la Levodopa per via inalatoria. E’ noto come una delle principali problematiche “pratiche” relative alla terapia del M. di Parkinson è la pressochè unica via di somministrazione dei farmaci, Levodopa in particolare. E’ stato però segnalato recentemente (Convegno Internazionale di Vancouver dei Giugno 2017) l’avvio di una sperimentazione clinica che prevede l’utilizzo della Levodopa per via inalatoria. Pur con qualche effetto collaterale (specie a carico delle prime vie respiratorie) i primi dati sperimentali sembrano favorevoli.
- Il M. di Parkinson origina dall’intestino? Varie correlazioni tra intestino e cervello sono da tempo note nel M. di Parkinson, tipo la presenza di frequenti disturbi intestinali in tale patologia degenerativa, l’osservazione che la resezione del nervo vago non si associa alla malattia neurologica, la presenza della già citata alfa-sinucleina sia nel cervello che nei nervi intestinali ed ancora di come i depositi di tale sostanza nei nervi intestinali precedano quelli a livello cerebrale ecc. Adesso una nuova pubblicazione scientifica segnala l’individuazione di cellule superficiali intestinali che contengono alfa-sinucleina, favorendo una ipotesi patogenetica (almeno teorica) del M. di Parkinson che prevederebbe un iniziale danno da parte di batteri, sostanze tossiche ed altro nei confronti di tale sostanza che si accumulerebbe inizialmente nelle cellule epiteliali, per poi passare nei nervi intestinali e da qui risalirebbe a livello cerebrale.
- Ridurre l’infiammazione previene Parkinson ed Alzheimer? L’infiammazione, come individuato e sottolineato da alcuni anni, segue ed accompagna importanti Fattori di Rischio di molte patologie degenerative croniche. Un recente paper sottolinea il ruolo da essa svolta nei confronti di inattività fisica, patologie vascolari, diabete mellito ed obesità, che rappresentano 4 tra i principali Fattori di Rischio di patologie degenerative neurologiche tipo il Morbo di Alzheimer e la Malattia di Parkinson.
- Passato, presente e futuro della Malattia di Parkinson: una review. Una interessante review, purtroppo “leggibile” solo a pagamento (risulta infatti sfuocata), è presente su Movement Disorders di Settembre, elaborata da un discreto numero di Neurologi provenienti da vari Paesi, in occasione dei 200 anni della Malattia.
Inserito il 10 Settembre 2017 – Testo by giuliani gian carlo – Foto by pexels.com