Il Mese di Novembre è stato molto ricco di novità sull’Antibiotico-Resistenza. E’, infatti, di questi giorni la pubblicazione dei dati aggiornati su tale fenomeno in Italia a cura dell’Istituto Superiore di Sanità. Ma non solo, in quanto sono state redatte e pubblicate dall’European Center for Disease Prevention and Control le più recenti Linee Guida finalizzate al prudente e corretto uso degli Antibiotici, suddivise in più pacchetti sulla base del Target di interesse (Medici di Base, Social, Professionisti Ospedalieri e di Strutture Sanitarie, Grande Pubblico e per l’Automedicazione). Sempre nelle ultime settimane sono stati diffusi i dati relativi ai consumi di antibiotici in ambito veterinario, senza dimenticare come il 16 Novembre sia stata la Giornata Europea e la Settimana Mondiale dell’Antibiotico-Resistenza.  Ed altro ancora. Certo di belle notizie non ne abbiamo avute, ma di materiale di un certo interesse certamente sì.

Per oggi prendiamo in considerazione solo il Rapporto ITISAN, che riporta i dati raccolti dalla sorveglianza dell’antibiotico-resistenza dell’Istituto Superiore di Sanità (Ar-Iss) coordinata dal dipartimento Malattie infettive dell’Iss (Annalisa Pantosti, Patrizio Pezzotti, Simone Iacchini e Monica Monaco). Come già sappiamo, tali dati indicano, anche per il periodo 2013-2016, come in Italia la resistenza agli antibiotici, per le specie batteriche sotto sorveglianza, si mantenga tra le più elevate in Europa.

I dati più significativi, relativamente ai Gram Negativi, riguardano le Klebsielle Pneumoniae, germe che negli anni ha sviluppato resistenza a quasi tutto gli antibiotici disponibili, compresi i carbapenemi, avendo sviluppato la capacità, rapidamente diffusasi tra tali germi, di produrre un enzima in grado di inattivare tale molecola. Tale resistenza delle Klebsielle Pneumoniae agli antibiotici ha ormai raggiunto il 34%, % che rappresenta una delle più elevate in Europa. Secondo il recente Report della Sorveglianza Nazionale delle batteriemie da Cpe (Rapporto Istisan 17/18 ), la Klebsiella pneumoniae resistente ai carbapenemi provoca almeno 2000 casi di batteriemia per anno. La resistenza ai carbapenemi nelle batteriemie da K. pneumoniae è salita rapidamente dall’1,3% nel 2009 al 27% nel 2011 fino al 33% nel 2015. Anche l’Escherichia coli ha raggiunto alte percentuali di resistenza agli antibiotici: 30% verso le cefalosporine di terza generazione e 43% verso i fluorochinoloni. La sorveglianza evidenzia una situazione critica anche per le multiresistenze osservate in Pseudomonas aeruginosa e Acinetobacter spp, responsabili prevalentemente di infezioni correlate all’assistenza (Ica, le vecchie Infezioni Ospedaliere) in Pazienti ricoverati in terapia intensiva ed in altri reparti ad alta intensità di cure.

Relativamente ai Gram Positivi, si sono ottenuti dati controversi: si è mantenuta stabile la % degli Staphylococcus Aureus resistenti alla meticillina (Mrsa) al 33-34%, si è ridotta significativamente la resistenza alla penicillina negli Streptococcus pneumoniae, mentre la resistenza alla vancomicina negli enterococchi rappresenta un nuovo problema (la percentuale di E. faecium resistente alla vancomicina è passata dal 5% nel 2013 al 13% nel 2016).

Concludiamo questo primo contributo sull’antibiotico-resistenza riportando l’Abstract del Rapporto ITISAN:

<Per far fronte all’emergenza degli enterobatteri resistenti ai carbapenemi, antibiotici di ultima risorsa per infezioni da batteri multi-resistenti, il Ministero della Salute ha emanato ad inizio 2013 una lettera circolare chiedendo alle Aziende Sanitarie Locali e/o alle Regioni di segnalare al Ministero della Salute e all’Istituto Superiore di Sanità tutti i casi di batteriemie causate da Klebsiella pneumoniae o Escherichia coli resistenti ai carbapenemi e/o produttori di carbapenemasi (Carbapenemase Producing Enterobacteriaceae, CPE). In questo rapporto sono presentati i risultati della sorveglianza relativi alle notifiche di diagnosi effettuate nel periodo 1° aprile 2013-31 luglio 2016. In tale periodo sono state riportate 5331 batteriemie da CPE, con numero di segnalazioni e incidenza molto diversa nelle varie regioni. Le batteriemie hanno riguardato per il 62% soggetti di sesso maschile, con età media di 65,4 anni e mediana di 68. L’84% dei pazienti si trovava in ospedale al momento dell’insorgenza della batteriemia. Il 96,8% dei casi segnalati era causato da K. pneumoniae e solo il 3,2% da E. coli. Nella gran parte dei casi la carbapenemasi prodotta era di tipo Klebsiella pneumoniae carbapenemase (KPC). I dati dei primi 3 anni di sorveglianza indicano da una parte una progressiva aderenza delle regioni alla sorveglianza, dall’altra una probabile sottonotifica da parte di strutture sanitarie e/o regioni in alcune aree italiane>.

 

Inserito il 25 Novembre 2017  –  Testo by giuliani gian carlo  –  Foto by pexels.com

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