Dopo il tè il caffè è la bevanda più consumata in tutto il mondo. La storia “medica” del caffè è stata costellata da numerosi pregiudizi, tanto da farne non solo una cattiva abitudine ma anche una vera e propria minaccia per la salute umana, apparato cardiaco per primo. Poi sono cominciate a comparire varie evidenze scientifiche che hanno, poco per volta, riabilitato il caffè. Attualmente si ritiene che consumi contenuti di caffè (max. 4 tazzine al giorno) non aumentino la mortalità per ictus, infarto cardiaco e malattie vascolari in generale. Positivi sarebbero, inoltre, gli effetti a carico di tutti gli apparati, se si esclude il rischio (limitato ma non proprio di tutte le formulazioni) di un aumento di colesterolo e trigliceridi. Non solo il caffè non farebbe male ma aiuterebbe la nostra salute, sia in termini di prevenzione che in quelli di cura, sempre se assunto con moderazione (le famose “max. 4 tazzine”).
L’ultima Evidenza è stata pubblicata a fine settembre 2015 sulla Rivista “BMC Medicine” dall’Istituto Karolinska di Stoccolma, che ha, dopo aver arruolato 41881 uomini e 34594 donne seguite in 2 Studi di Coorte o in ricerche frutto di metanalisi, concluso come non siano state individuate evidenze che il caffè sia associato ad un incremento di Fibrillazione Atriale.
Key words: Caffè – Fattori di Rischio Cardio-Vascolari
Inserito il 03 Ottobre 2015 – Testo e Photo by Gian Carlo Giuliani (da Expo 2015 – Padiglione Ceylon)
Utilities: Monografia “Caffè e Salute” (Istituto Mario Negri) – Istituto Karolinska di Stoccolma