Andando alla ricerca delle correlazioni tra Medicina ed Arte mi sono imbattuto in questo paper dello scorso anno (Novembre 2016) pubblicato su Get Science anche se varie sue segnalazioni sono presenti in Rete solo in questi giorni.

L’articolo segnala, infatti, alcune opere d’arte famose che sono sono state recentemente analizzate dal punto di vista medico. Per esempio la “Betsabea” di Rembrandt (per il tumore al seno) e “Zingara con mandolino” di Corot (per l’artrite reumatoide), oltre che “Christina’s world” di Andrew Wyeth. L’esercizio si chiama “Diagnosi dei dipinti” e consiste nel diagnosticare le malattie che affliggono i protagonisti delle opere d’arte e degli artisti famosi. Ai medici che lo svolgono, da un lato, serve a mettere alla prova il proprio spirito di osservazione e dall’altro a far comprendere meglio la storia delle malattie. I risultati vengono poi pubblicati su riviste scientifiche.

Ma torniamo ai dipinti citati:

1) la zingara con il mandolino: la giovane raffigurata nel dipinto di Corot (pittore francese dell’Ottocento) è considerata probabilmente come la prima rappresentazione dell’artrite reumatoide, visibile nelle dita affusolate della giovane. La tradizione vuole che anche Corot soffrisse di una malattia articolare (la gotta), giustificando una sua particolare sensibilità nel dipingere le persone rappresentandone anche le loro malattie.

2) Betsabea con la lettera di Davide: opera di Rembrandt nota anche per la famosa “macchia blu” sul seno e l’evidente gonfiore sotto-ascellare sinistro. Segni questi un tempo considerati come identificativi di malattia neoplastica, successivamente smentiti in quanto solo raramente tale patologia si sviluppa così superficialmente, anche se numerosi analisi del quadro sono in corso per individuare ulteriori indicazioni cliniche utili.

3) Cristina’s world: famosa opera di Andrew Wyeth, in cui il pittore ha rappresentato una sua vicina a terra nei campi. Per anni si è ritenuto che tale giovane fosse affetta da poliomielite, ma una successiva e più approfondita analisi da parte di specialisti della Mayo Clinic ha svelato come si trattasse, invece, di una iniziale forma di Charcot-Marie-Tooth.

 

Inserito il 04 Novembre 2017  –  Testo by giuliani gian carlo  –  Foto by wikipedia (public domain)