Alcool e Tumori
Spesso se ne parla poco, forse per l’estrema diffusione del suo consumo o per l’estrema difficoltà per raggiungerne una riduzione di consumi. Parliamo dell’alcool e del suo effetto cancerogeno, da sempre noto ai Medici ma da sempre sottovalutato. Una recente revisione della Letteratura, pubblicata sulla Rivista Journal of Clinical Oncology, edita dall’American Society of Clinical Oncology, riconsidera il rischio alcoolico correlato alla genesi di neoplasie umane. Le varie evidenze cliniche consultate (oltre 150 le voci bibliografiche utilizzate e segnalate) ricordano come un consumo anche moderato si associ ad un aumento della probabilità di sviluppare tumori orali, esofagei, faringei, laringei, della mammella e del colon-retto. Secondo gli Autori di tale paper il 5% dei tumori ed il 5,8% delle morti per neoplasie sono oggi attribuibili all’alcool. Quali le Raccomandazioni segnalate dall’articolo scientifico? Tra le principali segnaliamo:
- i medici devono raccogliere dati anamnestici dei loro pazienti circa il consumo di alcoolici
- i medici devono fornire informazioni sanitari sui danni alcool-correlati, a fini preventivi
- i prezzi delle bevande a base di sostanze alcooliche devono essere significativamente aumentati al fine di ridurne i consumi
- considerare nelle generali strategie preventive nei confronti delle neoplasie anche una adeguata informazione sugli alcoolici
- ecc. ecc.
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Tutti i Colori delle urine.
Segnaliamo un contributo, più interessante che curioso, presente su Medscape, relativo alle variazioni patologiche del colore delle urine a seconda del variare delle patologie di base. Il colore delle urine varia generalmente dal chiaro al giallo cosiddetto paglierino. Sappiamo però come varie patologie (tumori, calcoli, emoglobinuria, infezioni ecc.) possano donare alle urine una colorazione più o meno intensa rossa, così come varie infezioni intestinali ed urinarie possano provocare la cosiddetta “sindrome della sacca urinaria viola“. Alterazioni varie della tinta urinaria si associano sempre alle patologie caratterizzate da ittero, così come nel corso di trattamenti farmacologici: verde (es: da propofol), rosso (es: da rifampicina), arancione (es: da warfarin), giallo (es: nitrofurantoina), blu (es: blu di metilene), viola (es: senna), marrone (es: levodopa) o nero (es: ferro).
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Il futuro del Laboratorio Analisi in un microscopio tascabile.
Riportiamo dal Sito del Consiglio Nazionale delle Ricerche un Comunicato Stampa relativo alla realizzazione di un avvenieristico strumento in grado di poter sostituire, in un domani prossimo venturo, gli attuali sofisticati laboratori analisi. Si tratta di un piccolo microscopio olografico portatile. Ma leggiamo il comunicato stampa:
Un sofisticato laboratorio di analisi a portata di tasca è stato messo a punto dai ricercatori dell’Istituto di scienze applicate e sistemi intelligenti del Consiglio nazionale delle ricerche (Isasi-Cnr) di Napoli con il primo microscopio olografico, che darà modo agli utenti di effettuare, per alcune patologie, esami diagnostici rapidi e a casa propria. Lo studio è stato pubblicato su Light: Science and Applications, rivista del Nature Publishing Group.
“La svolta tecnologica è stata possibile grazie ai cosiddetti dispositivi Lab-on-a-Chip (Laboratori su chip)”, spiega Vittorio Bianco, ricercatore Isasi-Cnr. “Abbiamo dotato un chip microfluidico, cioè un semplice ed economico pezzetto di plastica nel quale sono scavati dei canaletti in cui scorre il fluido da analizzare (sangue, urine, saliva…), di micro-elementi ottici che gli conferiscono le funzionalità di microscopio tridimensionale di tipo olografico tascabile. Il microscopio olografico si presenta come un semplice vetrino da microscopio di alcuni centimetri di lunghezza ma costituisce un vero e proprio strumento di misura, fornendo mappe 3D da cui si ricavano i dati quantitativi di elementi biologici, statici o in movimento all’interno di un liquido”.
Basta inserire una goccia di sangue nel canale del chip funzionalizzato, un po’ come si fa per misurare la glicemia, e posizionarlo su un sensore di luce per analizzarne in dettaglio il contenuto e giungere alla diagnosi. “La natura olografica del sistema di acquisizione consente di effettuare diagnosi mediche utilizzando immagini di materiale biologico basate su microscopia a contrasto di fase, facendo a meno della fluorescenza”, aggiunge Biagio Mandracchia dell’Isasi-Cnr. “Ciò consente di evitare ulteriori trattamenti del campione, riducendo costi e tempi di analisi. Le immagini tridimensionali fornite dal chip hanno di recente consentito il conteggio di globuli rossi ad alta velocità”.
La configurazione tascabile della tecnologia, grazie all’utilizzo di componenti ottici miniaturizzati, e il basso costo di produzione, permette per la prima volta di superare i confini del laboratorio di analisi. “In futuro il chip consentirà di portare le funzionalità diagnostiche direttamente dal paziente evitando, ad esempio, alle persone anziane di recarsi presso un centro diagnostico. Inoltre potrà essere usato in Paesi in via di sviluppo e laddove manchino adeguate strutture per lo studio e classificazione dei campioni”, concludono i leader del progetto di ricerca, Melania Paturzo, ricercatrice Isasi-Cnr e Pietro Ferraro, direttore Isasi-Cnr. “La tecnologia potrà essere applicata per la diagnosi di malattie come anemia, malaria, HIV e anche tumori, attraverso l’identificazione delle cellule tumorali circolanti nel sangue. Oltre che, in ambito non medico, per il monitoraggio della qualità delle acque”.
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Inserito il 18 Novembre 2017 – Testo by giuliani gian carlo – Foto by pexels.com
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